L’opera rappresenta uno stabilimento balneare alla periferia milanese, sulle rive del Lambro, dove la gente comune poteva trovare per pochi soldi, qualche frammento di felicità. Dal nome ambizioso, lo stabilimento diventa luogo della mente, utopia di un’età dell’oro dove gli uomini possono intrecciare i piaceri dell’anima a quelli del corpo. Dipinto nel 1935, il quadro presenta in primo piano una natura ricca e vagamente esotica, dove un gruppo di persone nude si delizia nell’ozio. Chiare le allusioni alla Tempesta di Giorgione e alla Colazione sull’erba di Manet, così come i riferimenti alla pittura di Van Gogh e di Matisse. Il dipinto, di notevole importanza per il rinnovamento dell’arte italiana, è testimone del clima antinovecentista che si andava sviluppando a ridosso della seconda guerra mondiale.
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